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Stambecco

Capra ibex Linnaeus, 1758

Stambecco Capra ibex Linnaeus, 1758

Sistematica

  • Superordine Ungulati 

  • Ordine Artiodattili 

  • Sottordine Ruminanti 

  • Famiglia Bovidi 

  • Sottofamiglia Caprine: Tribù Caprini 

  • Sottospecie italiana: Capra ibex ibex Linnaeus, 1758

Come tutti i rappresentanti del genere Capra, lo Stambecco è un ottimo arrampicatore ed è adattato ad ambienti secchi e poveri e ad una dieta ricca di fibre. La maggior parte dei biotopi favorevoli alla specie si trova sia nelle regioni a clima sub-mediterraneo sia nelle vallate intra-alpine a clima xerico delle regioni continentali.

I principali fattori ambientali che determinano la distribuzione spaziale dello Stambecco sono l'altitudine e le tipologie vegetazionali. Frequenta in genere aree poste ad altitudini comprese tra i 1.600 ed i 2.800 m s.l.m. in inverno e tra i 2.300 ed i 3.200 m s.l.m. in estate; i quartieri di svernamento, situati a quote intermedie, sono di preferenza caratterizzati da versanti esposti tra sud e sud-ovest, con pendenze medie di 35°- 45° ad elevato sviluppo superficiale.

Nel periodo tardo-primaverile (maggio-giugno) gli esemplari, in particolare di sesso maschile, si spingono verso il fondovalle per pascolare nelle zone che per prime si liberano dalla neve, raggiungendo quote anche inferiori ai 1000 m. Le pareti rocciose, insieme alle praterie d'altitudine, rappresentano le tipologie fisionomiche maggiormente interessate dalla presenza di questa specie durante tutto l'anno, mentre le zone rupestri ed i macereti situati alle quote più elevate vengono frequentati esclusivamente durante il periodo estivo.

I vasti complessi forestali chiusi, nonché i ghiacciai, costituiscono le principali barriere per gli spostamenti dello Stambecco, che mostra estrema lentezza nella colonizzazione di nuove aree.

Status

Attualmente lo Stambecco è presente sull'intero arco alpino, sia pure con una distribuzione discontinua. Le consistenze sono andate progressivamente aumentando a partire dagli anni '60, con incrementi medi annui variabili tra il 3 ed il 6%. La popolazione attuale è stimata in circa 39.300 capi (anno 2000).

Sull'arco alpino italiano sono attualmente (anno 2006) presenti 63 colonie per complessivi 14.814 individui. La sua distribuzione interessa tutte le regioni alpine, a partire dal Piemonte sino al Friuli-Venezia Giulia, anche se la situazione risulta ancora decisamente carente rispetto alle potenzialità e la maggior parte delle reintroduzioni sono avvenute solo recentemente. Il 30,8% delle presenze si riferisce ancora alla sola colonia del Parco Nazionale del Gran Paradiso e il 70% degli individui è ricompreso nelle province di Aosta, Torino e Sondrio.

Negli ultimi venti anni si è comunque registrato un deciso aumento numerico delle popolazioni; si è infatti passati dai 5.100-5.300 capi stimati nel periodo 1983-85, ai 7.000 stimati nel 1990 sino a quelli attuali, per un incremento medio annuo pari all'4,6%.

In Italia il numero di colonie è salito negli ultimi 10-12 anni da 42 a 63, e di queste ben 36 sono state fondate a partire da operazioni di reintroduzione operate dall'uomo. Sulle Alpi Orobie la sua presenza è dovuta a sei diverse operazioni di reintroduzione effettuate tra il 1987 e il 1990 quando attraverso il "Progetto Stambecco in Lombardia" 88 capi provenienti dal Parco Nazionale del Gran Paradiso (Valle Savarenche – Aosta) sono stati liberati in Valle Seriana (Bergamo). Successivamente si è assistito ad una naturale colonizzazione di spazi sul territorio e nel 2002, il primo censimento ha portato alla stima di 408 Stambecchi così suddivisi: 164 maschi, 133 femmine, 76 piccoli (individui di 1-2 anni) e 35 indeterminati. La stima totale (riferita al 2008) si aggira attorno ai 1000 individui (1016).

Problemi di conservazione

Se da un lato lo Stambecco non è più una specie in pericolo di estinzione, le sue popolazioni risultano tuttora assenti da gran parte dell'antico areale: la sua distribuzione è ancora puntiforme con buone densità riscontrabili solo in aree limitate.

Una discreta riduzione del bracconaggio e del commercio illegale dei trofei, in passato condizionanti la dinamica e la struttura di alcune popolazioni italiane, è in atto anche a seguito dell'emanazione di normative regionali specifiche.

La specie è sottoposta a diverse tipologie di gestione, che vedono l'attuazione di abbattimenti selettivi in Svizzera, Austria e Slovenia ed una protezione totale in Francia, Germania e Italia. La discontinuità degli areali, con situazioni di isolamento per alcune colonie, la lentezza nella colonizzazione spontanea di nuove aree da parte di questa specie dalle abitudini decisamente conservatrici e, in generale, le consistenze ancora ridotte rispetto alle potenzialità del territorio alpino italiano rendono auspicabile il proseguimento delle operazioni di reintroduzione.

Carta di idoneità ambientale

Carta di idoneità ambientale per Capra ibex - Riquadrata in blu l'area approssimativa della Val Parina.

Carta di idoneità ambientale stambecco
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